Un'analisi incisiva sulla fragilità maschile e le sue conseguenze, risultato di un'educazione che reprime le emozioni. Alberto Penna invita a superare i tabù e a promuovere un'educazione emotiva per uomini liberi e una società più equilibrata.
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In un mondo in cui i suicidi maschili superano di gran lunga quelli femminili e il femminicidio è una piaga sociale sempre più allarmante, Alberto Penna, psicologo e psicoterapeuta, propone una riflessione innovativa: questi comportamenti non sono intrinseci all'essere maschi, ma il risultato di un'educazione che reprime le emozioni e la fragilità nei bambini.
Fin dall'antichità, la fragilità maschile è stata considerata un tabù, generando un vero e proprio handicap emotivo. Negare la tristezza e la paura aumenta la sofferenza, lasciando spazio alla solitudine, all'aggressività e alla violenza, sia verso se stessi che verso gli altri.
Di fronte alle drammatiche conseguenze di questa tendenza, è necessario cambiare direzione. Partendo dall'analisi di casi clinici ed esperienze personali, "Maschi che piangono poco" dimostra come sia fondamentale iniziare dall'educazione. Accettare le proprie fragilità senza vergogna e sviluppare un rapporto sano e maturo con le emozioni permette ai bambini e ai ragazzi di elaborare frustrazioni e sconfitte, diventando uomini finalmente liberi.
"Maschi che piangono poco" è un libro illuminante che invita a riconsiderare i modelli educativi tradizionali e a promuovere una cultura dell'accettazione e dell'empatia. Un testo essenziale per genitori, educatori e per chiunque desideri costruire una società più sana ed equilibrata, in cui uomini e donne possano esprimere liberamente le proprie emozioni.
Parole chiave: mascolinità, fragilità, emozioni, educazione emotiva, violenza di genere, psicologia, psicoterapia, Alberto Penna, Garzanti.