Un'analisi ironica e intelligente dei luoghi comuni che affollano il nostro linguaggio quotidiano. Un libro che ci invita a ridere di noi stessi e a riflettere sulla nostra tendenza a rifugiarci in frasi fatte.
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"Mi sono perso in un luogo comune: dizionario della nostra stupidità" di Giuseppe Culicchia, edito da Einaudi, è un'esilarante e acuta riflessione sulla tendenza umana a rifugiarsi in frasi fatte e stereotipi. Un libro che ci invita a ridere di noi stessi e della nostra involontaria ottusità.
Quante volte ci capita di pronunciare frasi banali, svuotate di significato, senza nemmeno pensarci? Culicchia ci mette di fronte alla nostra stessa "stupidità" con un'ironia pungente e un'intelligenza vivace. Il libro è un vero e proprio dizionario, che raccoglie e analizza i luoghi comuni più diffusi, svelandone l'inconsistenza e la vacuità.
La struttura del libro permette una lettura libera e personalizzata. Si può seguire l'ordine alfabetico, oppure aprire le pagine a caso, lasciandosi sorprendere dalle definizioni e dagli esempi. Ogni pagina è una piccola perla di comicità e di riflessione, che ci invita a interrogarci sul nostro modo di pensare e di comunicare.
"Mi sono perso in un luogo comune" è un libro che non lascia indifferenti. Un'esperienza di lettura stimolante e divertente, che ci invita a essere più consapevoli del nostro linguaggio e del nostro modo di pensare. Un vero e proprio antidoto contro la banalità e la superficialità.
Ambientazione: La quotidianità della vita moderna, tra salotti reali e immaginari. Periodo Storico: Il libro riflette sulla contemporaneità e sulla cultura di massa. Personaggi: Il lettore stesso, sorpreso a pronunciare frasi fatte e luoghi comuni. Trama: Un viaggio attraverso il dizionario della "stupidità" quotidiana, alla scoperta dei nostri tic linguistici e delle nostre abitudini mentali.