Nanna o L'anima delle piante

Nanna o L'anima delle piante: un viaggio filosofico nella natura

Nel 1848, anno di grandi sconvolgimenti sociali e politici, Gustav Theodor Fechner, fisico e filosofo tedesco, si interrogò sulla natura e sulla sua animazione. In un'epoca in cui la scienza si basava su una rigida gerarchia che collocava gli esseri viventi su una scala discendente, con l'uomo al vertice e le piante in fondo, Fechner propose una visione rivoluzionaria.

Un'anima che fiorisce

"Perché non ci dovrebbero essere, oltre le anime che camminano, gridano, mangiano, anche anime che silenziosamente fioriscono e spandono odori?" si chiedeva Fechner. Partendo dalla sua concezione panpsichista, secondo cui l'universo è permeato da un'anima universale, Fechner si addentrò in un'analisi profonda della natura, basata su osservazioni scientifiche, confutazioni logiche e, a volte, provocazioni.

Un'interdipendenza profonda

Fechner sostenne che anche le piante, in un certo senso, "si nutrono degli uomini e degli animali", assorbendo l'anidride carbonica prodotta dai polmoni e beneficiando degli effetti della decomposizione. Ma il suo intento non era quello di sovvertire l'ordine naturale, bensì di ricondurlo a un'unità profonda.

La poesia come strumento di conoscenza

In questo contesto, Fechner attribuì un grande valore all'analogia e alla poesia come strumenti di conoscenza, come "natura che si fa strada attraverso le idee di cui l'istruzione ci ha artificialmente imbevuti".

Un'opera che ha ispirato generazioni

"Nanna o L'anima delle piante" è un'opera ricca di spunti filosofici e scientifici, che ha ispirato generazioni di studiosi. La profondità speculativa, la preveggenza scientifica e la nitidezza di questo libro ci permettono di riconoscere in Fechner uno dei più grandi filosofi romantici della natura, la cui influenza si è fatta sentire, ad esempio, su Carl Gustav Jung.