Un'analisi approfondita di come lo Stato-nazione e lo Stato coloniale si sono co-creati, con un focus sulle minoranze permanenti e un invito a ripensare la comunità politica.
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In "Né coloni né nativi", Mahmood Mamdani offre una prospettiva provocatoria sulla genesi della modernità, sostenendo che lo Stato-nazione e lo Stato coloniale si sono co-creati a vicenda. Attraverso un'analisi che spazia dal Nuovo Mondo al Sudafrica, dalla Germania a Israele, fino al Sudan, Mamdani dimostra come gli Stati coloniali e gli Stati-nazione si siano spesso fondati sulla politicizzazione di una maggioranza religiosa o etnica, a scapito delle minoranze.
L'autore evidenzia come il modello sia emerso in Nord America, dove il genocidio e l'internamento nelle riserve hanno creato una sottoclasse permanente di nativi e, al contempo, gli spazi ideologici in cui le nuove identità di immigrati si sono cristallizzate come nazione di coloni. Questo modello, secondo Mamdani, sarebbe stato ripreso in Europa dai nazisti per affrontare la questione ebraica e, successivamente, dagli Alleati per ridisegnare i confini degli Stati nazionali dell'Europa orientale, epurandoli dalle loro minoranze.
Mamdani argomenta che, attraverso la marginalizzazione degli arabi palestinesi, i coloni sionisti hanno seguito l'esempio nordamericano, innescando un ciclo di violenza che sembra non avere fine. Questa analisi impietosa mette in discussione le dinamiche di potere e le disuguaglianze che sono alla base di molti conflitti contemporanei.
L'autore propone un superamento del modello di Norimberga, che individua i singoli responsabili senza interrogare il nazismo come progetto politico e la violenza intrinseca allo Stato-nazione. Invece di una giustizia penale focalizzata sui colpevoli, Mamdani invita a un ripensamento radicale della comunità politica, che includa tutti i sopravvissuti: vittime, colpevoli, spettatori e beneficiari. Partendo dal progetto incompiuto della lotta anti-apartheid in Sudafrica, l'autore ci spinge a immaginare uno Stato senza nazione, in cui i diritti e le identità siano svincolati dall'appartenenza etnica o religiosa.
"Né coloni né nativi" è un'opera fondamentale per comprendere le radici storiche e politiche delle disuguaglianze contemporanee e per immaginare un futuro più giusto e inclusivo.