Un'analisi critica della crisi della cultura europea alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale. Carlo Levi esplora i temi della religione, dello Stato, della guerra e della libertà, offrendo una riflessione ancora attuale sul nostro presente.
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Immagina di essere sulla spiaggia di Le Baule, nel 1939. L'Europa è sull'orlo del precipizio, con le divisioni corazzate tedesche pronte a invadere la Francia. In questo scenario di crescente tensione, Carlo Levi, scrittore trentasettenne, si interroga sulle ragioni profonde della crisi che sta consumando la civiltà europea.
In "Paura della libertà", Levi sottopone a una critica serrata le istituzioni e i concetti cardine della società occidentale:
L'opera rappresenta un percorso allucinato e quasi profetico verso la libertà, una condizione necessaria per comprendere appieno il significato delle opere successive di Levi, come "Cristo si è fermato a Eboli" e "L'orologio".
"Paura della libertà" non è solo una testimonianza del passato, ma una riflessione ancora attuale sul nostro presente. Levi ci invita a interrogarci sulle nostre paure, sulle nostre responsabilità e sul significato della libertà in un mondo in continua evoluzione.