Questo saggio di Bertrand Russell affronta le ragioni per cui l'autore non si considera cristiano, analizzando il concetto di fede in Dio e nell'immortalità, e il ruolo di Gesù nella storia. Russell critica la religione come fonte di paura e intolleranza, sostenendo la necessità di libertà di pensiero e ricerca della verità.
In questo saggio, Bertrand Russell, filosofo e matematico britannico, espone le sue ragioni per non essere cristiano. Russell inizia definendo il vero significato della parola "cristiano", sottolineando che non si tratta semplicemente di una persona virtuosa, ma di chi crede nei dogmi dell'esistenza di Dio e dell'immortalità dell'anima, e che riconosce Gesù come il più saggio degli uomini.
Russell afferma di non essere cristiano per due motivi principali: non crede in Dio e nell'immortalità, e non considera Gesù altro che un uomo eccezionale. Il saggio affronta in modo approfondito il tema dell'esistenza di Dio, analizzando le argomentazioni a favore e contro, e giungendo alla conclusione che non vi sono prove scientifiche a sostegno della sua esistenza.
Russell critica anche il ruolo della religione nella società, sostenendo che essa è spesso fonte di paura, crudeltà e intolleranza. Secondo lui, la religione è un ostacolo alla libertà di pensiero e alla ricerca della verità.
"Perché non sono cristiano" è un'opera controversa che ha suscitato molte critiche e polemiche. Tuttavia, il saggio di Russell rimane un testo importante per comprendere il pensiero di uno dei più grandi filosofi del XX secolo e per riflettere sul ruolo della religione nella società moderna.
Il saggio è stato pubblicato per la prima volta nel 1927 e da allora è stato tradotto in numerose lingue. È un testo che continua ad essere attuale e a suscitare dibattito.
Caratteristiche | Valore |
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Autore | Bertrand Russell |
Genere | Saggio |
Lingua | Inglese |
Anno di pubblicazione | 1927 |
Editore | George Allen & Unwin |