"Psicologia di massa del fascismo" analizza le radici psicologiche e sociali del fascismo, esplorando le reazioni irrazionali dell'uomo medio, l'odio razziale e l'impotenza orgastica come fattori chiave per la sua diffusione. Un'opera attuale per comprendere le dinamiche sociali e politiche contemporanee.
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"Psicologia di massa del fascismo" di Wilhelm Reich è un'opera fondamentale per comprendere le radici psicologiche e sociali del fascismo. Reich, psicoanalista e allievo di Freud, analizza il fascismo non solo come un fenomeno politico, ma come un'espressione di dinamiche psichiche profonde radicate nella società.
Reich sostiene che il fascismo affonda le sue radici nelle reazioni irrazionali dell'uomo medio, nell'odio razziale e nell'impotenza orgastica. L'autore esplora come queste dinamiche si manifestano a livello individuale e collettivo, portando all'adesione al fascismo e alla sua diffusione.
Reich evidenzia come il fascismo non sia una semplice creazione politica, ma un'espressione organizzata dell'odio razziale. L'ideologia razziale, secondo Reich, è una manifestazione della "biopatia" dell'uomo impotente, incapace di esprimere la propria sessualità in modo sano.
Nonostante sia stato scritto negli anni '30, "Psicologia di massa del fascismo" rimane un'opera attuale e provocatoria. L'analisi di Reich offre spunti di riflessione importanti per comprendere le dinamiche sociali e politiche contemporanee, in particolare i fenomeni di populismo e autoritarismo.
Immergiti in un'analisi approfondita e senza compromessi del fascismo, un'opera che ha segnato la storia del pensiero politico e psicoanalitico.