Un'esplorazione del dialogo tra ebraismo e cristianesimo attraverso la lente del kivjaqôl, il paradosso di esprimere il divino con linguaggio umano. Paolo De Benedetti sfida le visioni tradizionali, invitando a una "conversione" e a un'accettazione dell'ebraismo vivente.
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"Se così si può dire", espressione che traduce l'ebraico kivjaqôl, introduce un concetto chiave: la sfida di esprimere il divino attraverso il linguaggio umano. Paolo De Benedetti, con questo libro, ha illuminato generazioni di lettori sul rapporto tra ebraismo e cristianesimo, proponendo una prospettiva innovativa e stimolante.
L'autore sfida l'idea dell'ebraismo come mera radice del cristianesimo, sostenendo la necessità di accettare l'ebraismo vivente nella sua realtà attuale, senza proiezioni del passato o desideri di come dovrebbe essere. Questo approccio richiede una teshûvah, una "conversione", da parte delle Chiese cristiane.
Prefazione del Cardinale Carlo Maria Martini, questo libro è un invito a riconsiderare il rapporto tra ebraismo e cristianesimo, promuovendo un dialogo autentico e rispettoso. Un testo fondamentale per chi desidera approfondire la conoscenza dell'ebraismo e il suo significato nel mondo contemporaneo.