Un'opera enigmatica di Carl Gustav Jung, scritta nel 1916, che esplora l'inconscio attraverso una visione di entità spirituali. Un testo complesso che funge da Teogonia, Cosmogonia e Psicogenesi, qui presentato con un puntuale commento filosofico e teologico.
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Immergiti nelle profondità dell'inconscio con "Sette Sermoni ai Morti", un'opera enigmatica e profondamente simbolica di Carl Gustav Jung. Scritto nel 1916, durante un periodo di intensa introspezione e crisi personale, questo testo rivela una straordinaria esperienza visionaria in cui Jung si trova visitato da entità spirituali di ritorno da Gerusalemme.
Jung descrive un'atmosfera carica di presenze spettrali, voci provenienti dalla "terra dei morti" che incarnano l'Inesplicabile, l'Irrisolto, l'Irredento. In risposta a queste entità, Jung compone i "Sette Sermoni ai Morti", un tentativo di portarle alla consapevolezza e di placarne l'inquietudine.
I "Sette Sermoni" sono un'opera poliedrica, che si configura come una Teogonia, una Cosmogonia e una Psicogenesi. Jung, con lucidità e controllo, dà vita a un "mythologein" che esplora le origini del divino, dell'universo e della psiche umana. Questa complessità ha reso l'opera oggetto di studio e dibattito, spesso considerata imbarazzante anche dagli stessi seguaci di Jung.
Questa edizione offre un puntuale commento filosofico e teologico, che guida il lettore attraverso le intricate simbologie e i concetti espressi da Jung. L'analisi è condotta in rigorosa aderenza al pensiero di Jung, fornendo una chiave di lettura per comprendere appieno la profondità e la ricchezza di quest'opera.
"Sette Sermoni ai Morti" è un'opera che continua a interrogare e affascinare, un viaggio nel cuore della psiche umana che offre nuove prospettive sulla realtà e sul nostro posto nel mondo.