Un romanzo distopico ambientato in un futuro dominato dai robot, dove l'umanità lotta per ritrovare la propria identità e i valori perduti. Una storia di ribellione, amore e speranza in un mondo sull'orlo dell'estinzione.
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Immergiti in un futuro del 2467, dove i robot dominano il mondo, relegando l'umanità a una vita di ozio e dipendenza. In questo scenario inquietante, Walter Tevis ci presenta "Solo il mimo canta al limitare del bosco", un romanzo che esplora i pericoli di una società iper-tecnologica e la perdita dei valori umani fondamentali.
In questo futuro distopico, l'umanità è sull'orlo dell'estinzione, intrappolata in una spirale di psicofarmaci, stordimento elettronico e decadenza. La famiglia è abolita, la creatività soffocata e la storia dimenticata. A garantire questo status quo opprimente è Spofforth, un androide perfetto ma incompleto, intrappolato in una programmazione che gli impedisce di realizzare il suo desiderio più profondo: il suicidio.
In questo mondo senza speranza, emergono due figure ribelli: Paul Bentley, un professore universitario che riscopre il potere dei libri e della conoscenza, e Mary Lou, una giovane emarginata che rifiuta di soccombere all'oblio indotto dalle droghe, mantenendo gli occhi aperti sulla realtà. Insieme, intraprendono una coraggiosa lotta contro il sistema, in difesa dell'umanità e dei valori perduti.
"Solo il mimo canta al limitare del bosco" è un'opera profonda e coinvolgente, che affronta temi universali come la solitudine, la ricerca del significato, il bisogno d'amore e la ribellione contro l'oppressione. Con quarant'anni di anticipo, Tevis prefigura l'epoca dell'intelligenza artificiale e della pervasività del digitale, offrendo una riflessione inquietante sul futuro dell'umanità.