"Specie di spazi" di Georges Perec è un saggio che esplora il concetto di spazio, la sua fragilità e il suo legame con la memoria. L'autore riflette su come percepiamo e viviamo gli spazi che ci circondano, e su come la scrittura possa essere un modo per trattenere i ricordi e combattere l'oblio.
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"Specie di spazi" di Georges Perec, pubblicato da Bollati Boringhieri, è un'esplorazione profonda e personale del concetto di spazio. In questo saggio, Perec ci invita a riflettere su come percepiamo, viviamo e ricordiamo gli spazi che ci circondano, dai luoghi intimi come la casa natale ai luoghi pubblici come le strade e le città.
Perec esprime un desiderio struggente per luoghi stabili e immutabili, che fungano da punti di riferimento nella sua vita. Tuttavia, riconosce che tali luoghi non esistono e che lo spazio è in costante mutamento, eroso dal tempo e dall'oblio. Questa consapevolezza rende lo spazio problematico, qualcosa da individuare e conquistare continuamente.
La scrittura diventa per Perec un modo per combattere la fragilità dello spazio e la perdita dei ricordi. Attraverso la meticolosa descrizione di luoghi e oggetti, cerca di trattenere qualcosa, di far sopravvivere frammenti di passato nel presente. Scrivere è un atto di resistenza contro il vuoto che si scava nella memoria.
"Specie di spazi" è un'opera che unisce filosofia, autobiografia e poesia. Perec utilizza un linguaggio preciso e evocativo per descrivere le sue esperienze e le sue riflessioni sullo spazio. Il libro è un invito a guardare il mondo con occhi nuovi, a riscoprire la bellezza e la complessità degli spazi che ci circondano.
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