Un'analisi approfondita della natura della verità e del linguaggio, secondo la prospettiva di Nietzsche. L'opera decostruisce il concetto di verità come prodotto sociale e convenzione, mostrando i limiti della conoscenza umana e il ruolo del linguaggio nella costruzione di illusioni e autoinganni. Un'opera breve ma intensa, che stimola la riflessione sulla nostra percezione della realtà.
Questo breve ma intenso saggio di Friedrich Nietzsche, Su verità e menzogna in senso extramorale, pubblicato nel 1873, è un'opera fondamentale per comprendere la sua filosofia. Non si tratta di un semplice trattato sulla verità, ma di una profonda indagine sulla natura stessa del linguaggio e della conoscenza umana, libera dalle convenzioni morali tradizionali.
Nietzsche decostruisce il concetto di verità, rivelando come essa sia un prodotto sociale, una convenzione costruita nel corso dei secoli. Le verità, secondo il filosofo, sono in realtà illusioni, metafore logorate che abbiamo accettato come realtà. Immaginate le monete: inizialmente rappresentano un valore, ma col tempo si consumano, perdendo la loro immagine e rimanendo solo come metallo. Allo stesso modo, le verità perdono la loro forza originaria, diventando semplici convenzioni.
L'autore analizza il ruolo del linguaggio nella costruzione di queste illusioni. Il linguaggio, strumento potente e insidioso, ci permette di comunicare, ma anche di nascondere e distorcere la realtà. Nietzsche critica l'idea di una conoscenza oggettiva e assoluta, mostrando come la nostra percezione del mondo sia sempre mediata dal linguaggio e dalle nostre interpretazioni soggettive.
L'uomo, secondo Nietzsche, possiede una "volontà di verità", un desiderio innato di dare un senso al mondo, di creare ordine e coerenza. Questa volontà, però, può portare a illusioni e autoinganni, poiché la realtà è complessa e sfugge alle nostre categorizzazioni. L'uomo, nella sua ricerca di verità, crea delle "menzogne millenarie", convinzioni radicate che plasmano la sua visione del mondo.
Scritto nel XIX secolo, questo saggio si inserisce in un contesto di grandi cambiamenti sociali e scientifici. Nietzsche critica il positivismo, la fiducia cieca nella scienza e nel progresso, mostrando i limiti della ragione umana. La sua opera anticipa molti temi del pensiero postmoderno, come la relatività della verità e la critica delle grandi narrazioni.
Questa edizione Adelphi del 2015, tradotta da Giorgio Colli, offre al lettore una versione accurata e approfondita del testo, arricchita da un saggio introduttivo di Benedetta Zavatta che aiuta a contestualizzare l'opera e a comprenderne appieno il significato.
Su verità e menzogna in senso extramorale è un libro breve ma denso di spunti di riflessione, un'opera che continua a stimolare il dibattito filosofico e a farci interrogare sulla nostra stessa percezione della realtà.
Autore | Friedrich Nietzsche |
Titolo | Su verità e menzogna in senso extramorale |
Editore | Adelphi |
Anno di pubblicazione | 2015 |
Lingua | Italiano |
Numero di pagine | 57 |
Formato | Paperback |
ISBN-13 | 9788845930324 |
ISBN-10 | 8845930327 |
Traduzione | Giorgio Colli |
Saggio introduttivo | Benedetta Zavatta |