Un'analisi storica approfondita del Regno delle Due Sicilie sotto i Borboni, dal 1734 al 1861, che ne esplora le innovazioni, le contraddizioni e la "storia negata" dalla storiografia risorgimentale.
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"Un regno che è stato grande. La storia negata dei Borboni di Napoli e Sicilia" di Gianni Oliva è un'opera che si propone di illuminare un periodo storico spesso trascurato o distorto: il regno dei Borboni nel Sud Italia. Il libro offre una ricostruzione accurata e avvincente degli eventi che hanno caratterizzato il Mezzogiorno dal 1734, con l'ascesa al trono di Carlo di Borbone, fino al 1861, con la caduta di Francesco II e l'annessione al Regno d'Italia.
Oliva descrive un regno ricco di contraddizioni, in cui convivono elementi di modernità e arretratezza. Da un lato, si assiste a importanti innovazioni economiche e culturali, come l'inaugurazione della prima ferrovia italiana, la costruzione di opere architettoniche grandiose come la Reggia di Caserta e il teatro San Carlo, e lo sviluppo di un vivace ambiente intellettuale animato da figure come Antonio Genovesi e Gaetano Filangieri. Dall'altro lato, persistono problemi sociali ed economici, come la povertà diffusa, il latifondo e la corruzione.
L'autore mette in discussione la storiografia risorgimentale, che ha spesso dipinto il Regno delle Due Sicilie come un regno arretrato e inefficiente, destinato a soccombere di fronte al progresso del Nord. Oliva sostiene che questa immagine è stata costruita ad arte per legittimare l'unificazione italiana e cancellare la memoria di un regno che, pur con i suoi difetti, aveva una sua identità e una sua storia.
"Un regno che è stato grande" è un libro appassionante eStimolante, che invita a ripensare la storia del nostro paese e a confrontarsi con le sue contraddizioni.