"Uomini di scena, uomini di libro" di Ferdinando Taviani analizza il rapporto tra letteratura drammatica e teatro nel Novecento italiano, con focus su Pirandello, Viviani, De Filippo, Fo e scrittori come Pasolini, Garboli, Macchia e Campanile.
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"Uomini di scena, uomini di libro" di Ferdinando Taviani è un'opera fondamentale che esplora il ricco e complesso rapporto tra la letteratura drammatica e il teatro in Italia nel corso del Novecento. Questo saggio, da tempo introvabile, torna finalmente disponibile per offrire una nuova prospettiva sulle interconnessioni tra la pagina scritta e il palcoscenico.
A differenza di altre culture teatrali europee, in Italia la vita di palcoscenico e la composizione letteraria sono strettamente intrecciate. Taviani analizza questa peculiarità, mostrando come il confine tra pagina scritta e teatro si eroda, dando vita a un fertile scambio tra artigianato scenico e letterario.
L'opera di Taviani ha contribuito a rifondare il canone novecentesco del teatro italiano, focalizzandosi su figure chiave come Pirandello, Viviani, De Filippo e Fo. Attraverso l'analisi delle loro opere, l'autore mette in luce le diverse manifestazioni del "matrimonio" tra libro e scena, rivelando la vitalità e l'innovazione del teatro italiano del XX secolo.
Nella seconda parte del volume, Taviani estende la sua analisi alle strategie letterarie di alcuni scrittori (Pasolini, Garboli, Macchia e Campanile), individuando in essi sguardi lungimiranti capaci di "fare teatro" e di costruire un senso più profondo rispetto alle visioni prospettiche tradizionali. Questi autori, attraverso la loro scrittura, hanno saputo cogliere l'essenza del teatro, offrendo al pubblico una nuova comprensione della realtà.
"Uomini di scena, uomini di libro" è un testo imprescindibile per chiunque voglia comprendere a fondo la ricchezza e la complessità del teatro italiano del Novecento. Un'opera che continua ad affascinare e a stimolare il dibattito, offrendo nuove prospettive sulla relazione tra letteratura e scena.