Un'esplorazione di come i libri di costumi hanno plasmato la cultura visiva globale dal Cinquecento, influenzando la percezione di identità e differenze attraverso migrazioni, viaggi e scambi culturali tra Europa, Impero Ottomano e Estremo Oriente.
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"Vestire il mondo. Una storia globale di abiti, corpi, immaginari" di Giulia Calvi, edito da Il Mulino, è un'affascinante esplorazione di come i libri e gli album di costumi abbiano plasmato la cultura visiva globale a partire dal Cinquecento. Stampati in città come Venezia, Parigi, Anversa e Norimberga, questi volumi hanno costruito un vero e proprio "teatro del mondo", mettendo in scena identità e differenze su scala globale.
Questi libri contribuirono a creare una nuova cultura visiva, diffusa attraverso una varietà di media, tra cui mappe, atlanti, affreschi e album di disegni. La loro influenza si estese ben oltre i confini europei, raggiungendo l'Impero Ottomano e l'Estremo Oriente, in particolare il Giappone, dove artisti e geografi locali ibridarono la tradizione rinascimentale italiana ed europea con forme estetiche autoctone.
Giulia Calvi ricostruisce una storia culturale globale dei corpi, degli abiti e degli immaginari nella prima modernità, analizzando la circolazione dei saperi mediata da migrazioni, viaggi, collezionismo, incontri diplomatici e missionari. Un'opera che getta nuova luce sulla complessa interazione tra culture e sulla costruzione dell'identità attraverso l'immagine.
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