Un libro che racconta come i monaci, nel corso dei secoli, hanno preservato e sviluppato la viticoltura, elevando il vino a simbolo sacro e curandone la produzione con passione e dedizione.
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Nel V secolo, la viticoltura, come l'Impero Romano, subì un periodo di declino. Furono i monasteri e il cristianesimo a dare nuova vita alla coltura della vite, grazie all'opera dei patres vinearum, i padri della vigna, guidati dal prepositus, responsabili della cura delle viti e della cantina.
Il vino assume un significato speciale nel cristianesimo, elevandosi a simbolo sacro, essenziale nella liturgia della Santa Messa attraverso la transustanziazione, la trasformazione del pane e del vino nel corpo e nel sangue di Cristo.
I monaci si dedicarono con passione alla propagazione e alla coltivazione della vite, alla produzione del vino e alla sua conservazione. A loro si deve l'introduzione del filare indipendente, il miglioramento delle tecniche viticole e la diffusione degli innesti.
Con impegno e dedizione, realizzarono bonifiche, irrigazioni, disboscamenti, dissodamenti, debbi e sovesci. Applicarono la rotazione delle colture, impiegarono la concimazione e selezionarono sementi e razze animali, sfruttando al meglio le conoscenze dell'epoca.
Questo libro di Sergio Tazzer è un'affascinante esplorazione del ruolo cruciale dei monaci nella conservazione e nello sviluppo della viticoltura. Un'opera imperdibile per chiunque sia interessato alla storia del vino e al suo profondo legame con la cultura e la spiritualità.