In un mondo di apparenze, il saggio di Pierre Zaoui esplora la discrezione come forma di resistenza e libertà. Un invito a sottrarsi al clamore, riscoprendo il valore dell'anonimato e la bellezza dell'impercettibile.
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In un'epoca dominata dall'ostentazione e dalla spettacolarizzazione, "L'arte di scomparire. Vivere con discrezione" di Pierre Zaoui, edito da Il Saggiatore, si rivela un manifesto per la resistenza interiore e la riscoperta del valore dell'anonimato. Questo saggio incisivo esplora la discrezione non come rinuncia, ma come una scelta consapevole e una forma di libertà.
Zaoui ci guida in un'analisi profonda del concetto di discrezione, intesa come l'arte di sottrarsi al clamore, di spegnere i riflettori per riscoprire la bellezza dell'impercettibile. Un atto politico, prima ancora che morale, che invita a una tregua dalla costante necessità di essere connessi e protagonisti.
L'autore intreccia le sue riflessioni con quelle di grandi pensatori come Kafka, Blanchot, Deleuze, Virginia Woolf e Walter Benjamin, delineando un percorso che illumina i tratti di questa esperienza "rara, ambigua e infinitamente preziosa".
In un mondo saturo di immagini e di auto-esposizione, Zaoui ci invita a considerare la discrezione come una forma di modernità, una via per affermare se stessi attraverso la sottrazione e la capacità di "lasciar essere" le cose, aprendosi al mondo senza la necessità di dominarlo.
"L'arte di scomparire. Vivere con discrezione" è un saggio illuminante che offre una prospettiva originale e stimolante sulla società contemporanea, invitando il lettore a riscoprire il valore della discrezione come strumento di consapevolezza e libertà personale. Un libro per chi cerca un'alternativa al rumore assordante del mondo moderno e desidera coltivare un'esistenza più autentica e significativa.