Un'analisi filosofica della risata e del comico, che ne esplora le radici profonde nella discontinuità e nella contraddizione. La risata si rivela un meccanismo di liberazione e di presa di distanza dalla realtà.
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"Non ci resta che ridere" di Andrea Tagliapietra, edito da Il Mulino, esplora la natura del comico e della risata, svelandone le radici profonde nella discontinuità e nella contraddizione. Lungi dall'essere una semplice reazione, la risata si rivela un meccanismo di liberazione e di presa di distanza dalla realtà.
Tagliapietra analizza come il comico emerga dalla rottura dell'ordinario, dall'anomalia che solleva il velo della realtà convenzionale. Attraverso esempi che spaziano dalle sitcom americane al sorriso enigmatico della Gioconda, l'autore ci guida in un viaggio alla scoperta delle potenzialità nascoste dietro l'apparenza.
La risata, secondo Tagliapietra, ci offre un senso di sollievo e di liberazione, permettendoci di prendere le distanze dal mondo così com'è. Come i personaggi dei cartoni animati che scoprono di camminare sospesi nel vuoto, la risata ci fa precipitare in una nuova prospettiva, rovesciando la forza di gravità delle nostre certezze.
Questo libro è un invito a riflettere sul potere trasformativo della risata, sulla sua capacità di svelare l'inatteso e di aprire nuove prospettive sul mondo che ci circonda. Un'opera che stimola il pensiero critico e invita a guardare la realtà con occhi nuovi.
Parole chiave: filosofia, risata, comico, Andrea Tagliapietra, Il Mulino, discontinuità, contraddizione, realtà, liberazione, prospettiva.