Un'analisi critica e puntuale della crisi di valori dell'Occidente contemporaneo, intrappolato in un circolo vizioso di piacere, ricchezza e immagine. Claudio Risé offre una prospettiva illuminante sulla necessità di riscoprire il valore del limite, della fatica e della meraviglia del quotidiano per ritrovare un senso autentico alla propria esistenza.
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"Sazi da morire. Malattie dell'abbondanza e necessità della fatica" di Claudio Risé è un'opera incisiva che analizza la crisi di valori dell'Occidente contemporaneo, intrappolato in un circolo vizioso di piacere, ricchezza e immagine. L'autore, noto psicoterapeuta e psicoanalista, offre una prospettiva critica e puntuale su una società che ha smarrito il senso del limite e della misura.
Nel mirino di Risé finisce l'uomo occidentale, chiuso in un ego ipertrofico e incapace di trasmettere valori autentici. Questa deriva porta a un'ossessione per l'eccesso: troppo cibo, troppi soldi, troppe droghe. Un bisogno insaziabile di riempire un vuoto interiore con materie adulterate e avvelenanti.
L'autore sottolinea come la sedentarietà e la dipendenza dalla tecnologia abbiano allontanato l'uomo dalla realtà e dalla fatica fisica, elementi essenziali per una vita piena e consapevole. L'idea della vita come puro divertimento e gratificazione immediata conduce a una morte lenta e inesorabile.
La soluzione proposta da Risé risiede nella riscoperta del valore del limite, nell'accettazione della fatica come elemento formativo e nella capacità di riconoscere la bellezza e la meraviglia nelle piccole cose di ogni giorno. Solo così l'uomo occidentale potrà salvarsi dalla trappola dell'eccesso e ritrovare un senso autentico alla propria esistenza.
Parole chiave: crisi di valori, eccesso, società occidentale, fatica, limite, Claudio Risé, psicoanalisi, benessere, felicità, significato della vita.