Un'analisi innovativa del concetto di sorellanza come chiave per una nuova psicoanalisi femminista. Un invito a superare gli schemi tradizionali ed esplorare nuove forme di relazione, affrontando temi complessi con chiarezza e rigore.
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In un'epoca segnata da movimenti come #MeToo, il femminismo emerge non solo come una scelta razionale, ma come una risposta viscerale a traumi profondamente radicati nelle nostre storie personali. "Sorellanze. Per una psicoanalisi femminista" di Silvia Lippi e Patrice Maniglier, edito da DeriveApprodi, esplora il potere inconscio del femminismo e la sua sorprendente assenza nel discorso psicoanalitico tradizionale.
Questo libro audace rompe il silenzio, introducendo il concetto di sorellanza nella clinica e nella teoria psicoanalitica. Lippi e Maniglier sostengono un femminismo capace di accogliere le proprie pulsioni, traumi e follie, prendendo come guida Valerie Solanas, figura controversa che immaginava un mondo costruito esclusivamente su relazioni tra donne.
La sorellanza, in questa visione, trascende le semplici relazioni tra donne. Diventa un legame sociale in cui la comunicazione avviene direttamente attraverso i traumi reciproci, in una forma fabbricata in comune, definita dagli autori come "sintomo condiviso". Questo approccio innovativo apre nuove prospettive per comprendere le dinamiche interpersonali e sociali.
Con un linguaggio chiaro, impertinente e rigoroso, "Sorellanze" getta le basi per una psicoanalisi sororale. Il libro si rivolge a chiunque desideri pensare, vivere e desiderare al di là degli stereotipi della dominazione maschile, offrendo strumenti per esplorare nuove forme di relazione e di identità.